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“Figli di Serpente” è il nuovo, potente singolo di Gilles Yahfa, un manifesto crudo che denuncia l’orrore sistematico consumato nella Repubblica Democratica del Congo, dove lo stupro è usato come arma di guerra. Con un linguaggio incisivo e doloroso, Yahfa dà voce alle vittime invisibili, alle donne brutalmente violate e ai figli nati da violenze indicibili, portatori di un’eredità insopportabile. La traccia si apre con un impatto emotivo devastante: «Siamo figli del serpente. Papà è uno stupratore. Mamma non ci vuole». Queste parole spezzano il silenzio su una tragedia troppo spesso ignorata, trasformando la musica in un grido di denuncia e un appello alle coscienze. Attraverso immagini potenti e testi intrisi di verità, Yahfa racconta una realtà di stupri di massa usati come strumenti di controllo e umiliazione, in un conflitto brutale e spietato che trova forza nell’indifferenza globale. Con riferimenti espliciti alla milizia armata M23, protagonista di devastazioni e abusi, Yahfa intreccia storie personali e denunce politiche: «Hanno il number 23, non c’entrano con Jordan, pure la M, e non intendo Michael». È un richiamo alla brutalità di chi perpetra la violenza, lasciando dietro di sé comunità distrutte e vite spezzate. “Figli di Serpente” non è solo una canzone: è un’arma di sensibilizzazione e resistenza, una richiesta urgente di attenzione e azione verso una crisi umanitaria inaccettabile. Disponibile su Spotify, il brano invita gli ascoltatori a riflettere, prendere posizione e non rimanere in silenzio di fronte all’orrore.