CHEEZ torna con il singolo “FEELING BLUE”
Cheez, il giovane artista mantovano che ha già saputo farsi notare con brani come “Tenero”, “Sunset Boulevard” e “Light Blue”, torna sui digital store con il suo primo progetto full length, “Feeling Blue”, un concept album che si muove sul filo sottile tra amore e depressione, raccontando le sfumature più oscure e delicate di questi due mondi che spesso si intrecciano. Un percorso intimo e personale, una sorta di diario musicale ove ogni traccia rappresenta una tappa specifica di un viaggio interiore, in cui l’amore, la perdita e la lotta contro la depressione diventano protagonisti di una storia che chiede di essere ascoltata. Sette canzoni, ciascuna corrispondente ad una delle sette fasi della depressione, sovrapposte alle medesime fasi di una relazione d’amore: euforia, costruzione, innamoramento, disillusione, stabilità, sperimentazione e amore maturo. Il disco guida l’ascoltatore attraverso momenti di shock, rabbia, negoziazione e accettazione, per poi arrivare ad una tenue ma sincera speranza di rinascita, regalando un racconto che parte dal caos per arrivare ad una luce, lontana ma raggiungibile. Il viaggio di “Feeling Blue” si apre con “Virus – Shock”, brano che mette subito in chiaro il tono del progetto: lo scompiglio e la confusione interiore tipici dello shock iniziale, sia in amore che nella lotta contro la depressione. Con versi in inglese e italiano, Cheez riesce a catturare ed esprimere l’alienazione e la destabilizzazione che nascono dall’innamoramento, una condizione travolgente e a tratti pericolosa che lascia l’artista in balia delle sue stesse emozioni. Il secondo atto arriva con “Tenero – Rifiuto”, una traccia già nota e apprezzata dal pubblico, in cui Cheez affronta il tema del rifiuto e della disillusione. La metafora del fuoco vendibile e l’atmosfera cupa riflettono una relazione che non trova un vero equilibrio e una condizione depressiva che avvolge tutto in una nube di distacco. «L’amore, in questa fase, è qualcosa da cui ci si allontana», spiega l’artista, sottolineando l’impossibilità di creare una connessione autentica, sincera, sentita.